Nightmare

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Shade;
view post Posted on 6/1/2013, 00:31





Shade Lief



Quel posto era strano.
Quel posto era strano e anche leggermente inquietante a dirla tutta.
Non aveva mai visto un luogo del genere prima d’ora, nemmeno su qualche libro fantasy o su internet, dove si poteva trovare di tutto.
Era strampalato, sembrava quasi sottosopra.
Shade si guardò attentamente in giro con curiosità, cercando di immagazzinare quante più informazioni poteva per riuscire a capire
dove diavolo si trovava.
Probabilmente stava sognando. Anzi, senza il probabilmente, perché un posto del genere nel mondo umano non sarebbe mai esistito.
Il cielo era scuro e cupo, come se fosse notte, mentre poche nuvole dal colore verdastro scivolavano trascinate dal venticello ululante.
Rumoreggiava cupo, il vento; sembrava quasi che i fruscii fossero parole e gemiti soffusi, ma probabilmente era solo la sua immaginazione.
In ogni caso il cielo era sì cupo, ma se si guardava bene verso est si riusciva a vedere il sole svettare nel cielo nero.
Era curioso, davvero, perché quel sole giallo e perfettamente rotondo aveva una strana ombreggiatura sulla superficie che si riusciva a scorgere nelle sue cavità, che lo faceva tanto apparire come una faccia deformata e contorta.
Shade scosse appena il capo, decidendo che era meglio lasciar perdere il cielo e di guardarsi meglio intorno.
Beh, se il cielo prima gli era parso strano allora tutto il resto era ancora peggio.
C’erano dolci ovunque. Pasticcini colorati e dalla forma più strana, pezzi di cioccolata enormi che si appoggiavano contro alberi di caramello duro e torte ai lati della strada con strane decorazioni.
Sollevò appena un sopracciglio e scosse la testa, sempre più sicuro che fosse un sogno a dir poco strano perfino per uno come lui.
Certo, amava i dolci e tutto il resto, ma solitamente se li sognava sopra ad un piatto e non come decorazione di uno strano luogo strampalato. ]

Bene, andiamocene da qui.

[Decretò osservando una caramella gommosa che pian piano si bucherellava in diverse parti e si squagliava a terra, seguita da un fischio acuto e da un urlo addolorato.
Quello non era normale, nemmeno un po’.
Deglutì un paio di volte e fece un passo indietro, inciampando quasi in un biscotto cento volte più grande del normale.
Traballò appena e ci appoggiò sopra le mani per non cadere, finendo però con il sentire la pasta fremere sotto le sue dita e frantumarsi piano.
Si staccò subito, guardando il palmo delle mani e poi il biscotto cadere a pezzi davanti ai suoi occhi.
Ancora una volta si sentì un fischio acuto del vento e un urlo agonizzante, seguito da un piano in lontananza.
Un po’ di sudore freddo gli si raggrumò sopra la fronte, mentre un brivido lungo la schiena lo fece scattare in avanti.
Ok, era il caso di andarsene davvero da li e di cominciare a camminare per quello strano luogo.
Davanti a lui c’erano due biforcazioni, dove due piccole viuzze colorate di rosa si dividevano e portavano dentro ad un bosco.
Scosse appena le spalle, decidendo al momento di prendere la strada sinistra.
Una valeva l’altra, dopottutto.

Prese a camminare, mentre di tanto in tanto gettava sguardi preoccupati tra gli alberi fruscianti e i dolciumi sparsi in giro.
Ma pian piano che i minuti passavano si rese sempre più conto che ad ogni passo che faceva che la strada che percorreva si faceva sempre più stretta e piccola piccola, tanto che dopo qualche altro passo si ritrovò senza cammino sotto i piedi.
Fece appena in tempo a sgranare gli occhi che il terreno sotto di lui scomparve per davvero, facendolo cadere in una voragine nera.]

Uh-UHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.

***

[Riaprì gli occhi verdi di colpo, mentre il cuore batteva all’impazzata e la mente si azionava all’istante.
Si sollevò da terra in un secondo, mentre con le mani prese a tastare ogni parte del suo corpo per vedere se fosse intero.
una volta resosi conto che sì, era ancora tutto intero, riprese a respirare regolarmente e dopo qualche attimo anche il cuore si rilassò appena.
Deglutì si passò una mano sopra gli occhi, strofinandoli appena.
Che si fosse svegliato?
La risposta gli arrivò subito con un altro urlo proveniente da chissà dove che gli gelò per poco le ossa.
Si voltò di scatto verso la direzione da cui sembrava provenire e rimase paralizzato dallo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi.
C’era un qualcosa, un’ombra oscurata dalla notte, davanti a lui.
Non riusciva a distinguerne i contorni, erano troppo confusi con il nero del cielo, però riusciva bene a vedere gli occhi accesi come il fuoco che lo fissavano.
Erano gialli, senza pupille, e lo guardano fisso, come a leggergli nell’anima.
Pian piano il cuore prese a battergli ancora all’impazzata, mentre le mani iniziarono a tremolare.
Non riusciva a muoversi, a camminare o a correre; era fermo immobile davanti a quella creatura dagli occhi infuocati e il ghigno adesso in mostra.
Denti affilati e sporchi di sangue, dove ancora si riuscivano a vedere pezzi di carne strappata e sanguinolenta che colavano a terra.
Strizzò forte gli occhi e mormorò un “ svegliati, svegliati, svegliati”; intanto il terreno tremava sotto i passi di quella strana bestia che si avvicinava sempre più a lui.
Rimase ancora con gli occhi chiusi perfino quando sentì l’alito putrefatto di quella cosa sfiorargli il volto e poi …
Poi si sentì scuotere la spalla e allora si riscosse.
Ok, c’era sempre stato qualcosa di strano nei sogni che Shade non riusciva bene a capire.
Spesso si diceva che fossero una parte di inconscio, i propri desideri nascosti che prendevano forma e si sviluppavano sotto i tuoi occhi nel modo in cui più desideravi; beh, l’aveva sempre pensata così anche lui, ma allora perché adesso sembrava proprio che i suoi sogni avessero deciso di tradirlo?
Sì, tradirlo, pugnalarlo alle spalle e gettare la sua carcassa in un burrone.
Non aveva mai voluto o quanto meno desiderato un posto del genere, cazzo! Eppure era ancora li davanti a lui, ma per fortuna al posto di quello strano essere adesso c’era una figura ben conosciuta.]

Sam, Samantha cazzo! Che diavolo ci fai tu qui? E quel coso? Dove cazzo è quel coso?
E tu stai bene? Tutto ok? L’hai visto anche te? Il corpo morto e le piante, e i dolci e le urla, e il vento e il sole!
L’hai visto?





Sam Keith



[Oh andiamo, Sam non era pazzo eh! Ok ok, più di una volta aveva dato prova di quanto sapesse essere un ottimo malato mentale però, cazzo, tutto sommato aveva le rotelle a posto, no?
Insomma non era al livello di farsi imprigionare con una camicia di forza o farsi rinchiudere in un manicomio ecco, le sue rotelle andavano, tutto sommato, alla grande...allora perché si trovava in quel posto?

-Ehi bello mio, hai bevuto troppo caffè e hai lo stesso effetto dell'LSD.-

Scosse il capo cercando di scacciare i propri pensieri, che si fosse seriamente drogato a sua insapota?
Chi era stato il bastardo che lo aveva sedato?
Sbuffò mentre prese a grattarsi il capo infilandosi una ciocca dei lunghi capelli neri dietro all'orecchio, quel giorno aveva deciso di tenerli legati in una coda non troppo alta, per quanto gli piacessero sciolti alle volte lo infastidivano.
Si passò una mano sul volto pallido cercando di ricordare cosa fosse successo.]

Vediamo allora...l'ultima cosa che ricordo è...mh, la sala prove?

[Sì, l'ultima cosa che ricordava era la sala prove in lontananza e lui che usciva dall'edificio camminando per le buie strade di Londra e poi? Poi non ricordava nient'altro, se non una via diversa dalle altre, una strada che non aveva mai preso.
Sospirò frustrato e prese a guardarsi intorno.
Certo, per chi amava i dolci e cazzi vari poteva essere il paradiso, eh?
Ma Sam odiava in parte i dolci, non ci impazziva e...e tutto ciò gli stava dando l'orticaria dannazione.
Prese a camminare guardando i dolci, decisamente troppo grandi, a terra.
Erano finti?
Si piegò e schiacciò un biscotto fino a romperlo. No, a quanto sembrava erano delicati allo stesso modo e, in quel momento, la curiosità si prese possesso di lui.
Si sollevò riprendendo a camminare ora più stimolato mentre gli occhi, quasi inconsciamente, si alzarono per poter dare un occhiata al cielo, un cielo decisamente...inquietante e affascinante allo stesso tempo? A lui piaceva, molto.
Eppure incominciava a sentirsi strano, incominciava a sentire dei rumori decisamente strani.
Una risata, una risata alle sue spalle.
Si immobilizzò sentendo i suoi sensi tutti in allerta, pronto allo scontro manco un animale.
Rimaase fermo, immobile, fin quando non sentì la risata vicina, anche fin troppo. Riusciva a sentirla sulla pelle.
Ok la cosa incominciava a seccarlo, decisamente.
C'era qualcun'altro con lui?
Nel momento esatto in cui formulò, mentalmente, quella domanda sentì una presa al cuore e...voleva Shade, sì. Manco fosse un giocattolo.
Prese a camminare ora in modo più veloce e pian piano prese addirittura a correre, voleva uscire da quel posto e tornare a casa per poter andare da Shade e salutarlo dicendo magari “Sono a casa”.
Si morse il labbro perché una brutta sensazione non lo lasciava andare, come se gli si fosse piantata nel petto senza muoversi più da lì.]

Calmo Sam, calmo.
[Mormorò ancora mentre correva.
La strada sotto di lui cambiava continuamente, prima sembrava quasi della cioccolata con le nocciole, poi uno strato di caramelle gommose e ora un torroncino. Che diamine, si era drogato davvero?
Continuava a correre sebbene le gambe incominciavano a intorpidirsi, iniziavano a far male e la cosa non era normale, no, manco un po' perché lui era un cazzo di angelo nero, non si stancava mai.
Si fermò nel momento esatto in cui davanti a lui si manifestò il buio più totale, in alto vi era solo una luna...una luna vicina, troppo vicina.
Sam provò a indietreggiare di un passo ma i suoi piedi sembravano piantati a terra, e poi...poi tutto cambiò con un sordo rumore.
Sollevò le braccia e si coprì le orecchie quando un rumore molto simile ad una interferenza di una radio riempì quel luogo, facendogli accapponare la pelle e la visuale cambiò. Ora la luna era sparita, al suo posto c'era un sole, un sole ardente.
Sam sbarrò gli occhi mentre mentre sentiva il calore sempre più vicino e sì, sapeva benissimo l'effetto che gli faceva il fuoco, sapeva benissimo come poteva ridurlo.
Scosse impercettibilmente il capo mentre provò a indietreggiare nuovamente ma nulla, i piedi era piantati a terra e il sole era sempre più vicino; era talmente vicino che Sam, che normalmente non avvertiva il clima come un normale umano, incominciò a sudare...a sudare come non mai e molto lentamente vide un lembo della sua pelle, quasi completamente sciolto, staccarsi dal suo volto. La sua guancia con più precisione cadde a terra, diventando liquida una volta che si ebbe scontrata con il terreno.
Sbarrò gli occhi, pietrificato dal terrore.
La pelle continuava a staccarsi e i suoi occhi a bruciare.
Stava piangendo?
No, probabilmente non avrebbe nemmeno avuto la forza per farlo ma...ma allora cos'era quel liquido che gli colava sulle guance?
Pian piano la vista incominciò a calare e il calore ad aumentare, i suoi occhi divennero sangue, sangue che solcava le guance pallide del ragazzo.
Ben presto del suo corpo non rimase nulla, nulla se non piume nere. Il resto del corpo di Sam cadde a terra e al contatto con il terreno divenne tante piume nere.]

{ *** }

[Gli occhi di Sam erano spalancati, il viso pallido peggio di un lenzuolo e la sua bocca aperta.
Riusciva a sentire un rumore, un rumore che se ascoltato attentamente pareva un ulro. Il suo.
Le sue gambe non si muovevano più, si era fermato e probabilmente aveva lasciato andare la mente.
Sollevò lo sguardo e in lontananza intravide il sole, il sole che lo aveva bruciato e ucciso, ma lui stava bene, no? Era vivo.
Puntò lo sguardo avanti a sé imboccando una strada a caso, in quel momento aveva ben poca importanza, no? Tanto ovunque sarebbe andato, a destra o a sinistra, aveva la sensazione che non sarebbe uscito da lì tanto presto, perché il suo orologio segnava che la sua corsa era durata quasi cinque ore.
C'era qualcosa di strano a questo punto.
Corse ancora, ma questa volta non veloce come prima, e ora prese a guardarsi attorno più seriamente e fu in quel momento che si imbatté in uno specchio con molta probabilmente.
Davanti a sé vedeva il proprio riflesso, sembrava lui se solo...
L'altro Sam sorrise, un sorriso da un orecchio all'altro, mostrando i lunghi canini imbrattati di sangue e gli occhi completamente gialli.
No, non era lui.
Sbarrò gli occhi quando l'altro Sam prese di nuovo la propria forma, ora era normale e...si muoveva.
Sam si toccò il viso, il suo era normale ma...ma quello dell'altro...
Fu quasi impietrito quando lo vide muoversi e girarsi.
Rimase immobile.
Davanti a quel mostro c'era Shade, lo vedeva e probabilmente era terrorizzato come lui.
Delle lunghe mani nere, e quasi sfuggenti, presero a stringere il suo corpo inghiottendolo quasi nell'oscurità che si era raggruppata alle sue spalle.]
SHADE!

[Urlò il nome del ragazzo.
Lo sentiva parlare, si stava rivolgendo alla bestia.
E se avesse pensato che era lui e si sarebbe avvicinato?
Ringhiò sebbene le mani cercarono di coprirgli la bocca e ci riuscirono solo qualche secondo dopo.
Che ci faceva Shade in quel posto?]






Shade Lief



[Il rombo dei tamburi sembrava aumentare sempre di più in lontananza e pian piano, secondo dopo secondo, aumentava di velocità e intensità finché non sentì l’intero corpo essere scosso da fremiti potenti quasi quanto i colpi che avvertiva.
Un colpo più forte e le gambe tremarono.
Un altro, più vicino, e braccia e mani fremettero, artigliandosi l’una con l’altra.
L’ennesimo vicino all’orecchio e l’intero corpo vibrò, mentre gli occhi si spostavano da una parte all’altra di quel posto.
Ok, calma e sangue freddo.
Scosse la testa freneticamente, continuando a stringersi le braccia al petto e a deglutire.
Non poteva certo aver paura di uno stupido essere, no?
Era un demone, per diamine! Se c’era qualcosa di strano in quel posto allora lo avrebbe affrontato, o al massimo si sarebbe risvegliato nel momento del bisogno.
Quindi trasse un respiro profondo e cercò di far smettere ai tremiti di impossessarsi del suo corpo, anche se ancora l’agitazione gli attorcigliava le budella e i tamburi rombavano nelle sue orecchie come una avvertimento.
Sollevò il volto e osservò Sam davanti a lui, aprendo piano la bocca per respirare.
Doveva ignorare tutte le voci in sottofondo, i respiri strozzati della gente che gli parlava e cercava di dirgli qualcosa.
No, niente di quelle voci, di quei rumori lenti e flebili doveva essere di alcuna importanza.
Sam era davanti a lui e se ne sarebbero andati via da quell’incubo a qualunque costo, ‘fanculo.
Eppure per un secondo un flash illuminò il volto dell’altro ragazzo, trasfigurandone la forma e le sembianze.
Per qualche attimo la faccia di Sam si trasfigurò davanti agli occhi di Shade, mentre gli occhi scoppiavano in una cascata di sangue e il sorriso aguzzo ricopriva metà del viso.
E con un altro lampo tutto tornò normale, il volto dell’amico era nuovamente il solito, solo un po’ più pallido.
Eppure Shade saltò indietro, gli occhi sgranati e il cuore che riprendeva a battere furiosamente a ritmo dei tamburi che si sentivano nell’aria.
Guardò vorticosamente a destra e a sinistra, incontrando solamente mille e più occhi che lo osservavano e gli impedivano di muovere un solo passo.
Si mise entrambe le mani tra i capelli, scuotendo la testa e deglutendo faticosamente.
Il respiro affannato seguiva il suo cuore e aumentava di secondo in secondo, facendosi sempre più intenso tanto che per un secondo Shade pensò di poter morire.
“Un sogno, solo un cazzo di sogno stupido”.
Strizzò forte gli occhi e inspirò pesantemente, mentre il buio lo tranquillizzò per un secondo.
Chiuso nei suoi pensieri riuscì a riprendere un po’ di calma, così che appena sollevò le palpebre e guardò Sam la sua espressione non era più trasfigurata in un’espressione impaurita bensì quella che indossava normalmente. ]

Sam, ci sei, mh? Stai bene? Che ci fai nel mio sogno?

[Domandò con voce più acuta del solito, mentre fece un passo avanti e si piazzò nuovamente dov’era prima.
Questa volta sollevò una mano e l’appoggiò sopra la spalla dell’altro ragazzo, scuotendolo appena per farsi sentire.
Intanto lasciò scivolare lo sguardo dietro a Sam, lungo il sentiero dove fino a qualche secondo prima aveva visto quella strana bestia che lo osservava.
A terra non c’era nulla, oppure era il buio a coprire tutto?
Cazzo, tutto era dannatamente angosciante . Ogni cosa, a partire dai respiri che sentiva sulla pelle alla faccia che poco prima aveva visto al posto di quella di Sam.]

Andiamo via, ok? Sì, poi mi sveglierò, ma per il momento stiamo insieme, ok?






Sam Keith



[Quelle lunghe braccia non lo lasciavano andare, ogni volta che provava ad allontanarsi sfuggendo alla loro presa, le lunghe braccia nere, sembravano arretrare per poi tornare a stringersi attorno al suo corpo trascinandolo indietro di qualche passo.
Sapeva, anche senza voltarsi, che alle sue spalle non vi era più nulla, solo buio. Un buio decisamente soffocamente perfino per lui.
Annaspò quasi in cerca di aria nel vedere Shade davanti a lui, riusciva quasi a vedere con gli occhi gialli del mostro, perché sembrava di avere Shade propriamente davanti a lui.
Quel posto non gli piaceva, manco un po', voleva tornarsene a casa e dimenticare tutto, perché stava avendo la netta sensazione che non si trattava di un semplice incubo, e poi...perché aveva sognato Shade? Sempre se non si fosse trovato anche lui in quel posto.]

Shade...

[Le sue labbra si mossero veloci pronunciando il nome del compagno e, contemporaneamente, si mossero anche le labbra dell'altro Sam che stava davanti a Shade, come se fosse stato lui a parlare, ma più importante come se fosse stato davanti a lui, per davvero.
Per un secondo la mente di Sam vacillò.
Ma si trovava davvero avanti a lui?
Ora gli sembrava di sentirsi quasi più a suo agio, il suo corpo era normale e...
Mosse appena le braccia e sbarrò appena gli occhi, mostrando la pupilla bianca più del normale.
Le braccia non c'erano più e...
Si voltò alle sue spalle e, il buio in cui si era trovato fino a qualche secondo prima era alle sue spalle e il mostro in essa, insieme alle braccia, sorrise mostrando i lunghi denti affilati e imbrattati di sangue insieme a gli occhi terribilmente gialli.]

Shade, dobbiamo andarcene!

[Disse tornando a guardare il ragazzo.
Sentiva una strana sensazione, lui ora si sentiva bene era riuscito, non sapeva come, a svignarsela da quelle braccia che volevano inghiottirlo, ma Shade?
Poggiò le mani sulle spalle del proprio compagno e lo scosse appena, poteva leggere dalla sua espressione che era stupito, per non dire spaventato, quanto lui di trovarsi in quel posto.]

Tu stai bene?
Ti hanno fatto qualcosa?

[Domandò preoccupato.
Forse non doveva preoccuparsi per Shade perché...se non era lui?
Se lo stava solamente immaginando?
Però come poteva far finta di nulla?
Come poteva ignorarlo se aveva le stesse fattezze di Shade?
Passò una mano sul suo volto accarezzandogli di sfuggita una guancia, come per assicurarsi che stesse realmente bene, che non fosse ferito o altro.]






Shade Lief



[Osservò Sam avvicinarsi a lui e per un secondo l’istinto lo avvertì di indietreggiare, di andarsene lontano da lui più velocemente possibile.
C’era qualcosa di strano, tremendamente, in quella presenza che doveva essere il suo amico.
Perché i contorni della sua figura parevano quasi sfocati, come tanti piccoli fili neri che si fondevano con l’oscurità che li circondava.
Quindi assottigliò appena gli occhi e osservò l’altro ragazzo attentamente, allontanandosi da lui di qualche passo e osservandolo di traverso.
Forse non era Sam, non quello vero.
Beh, aveva senso dopotutto! Quello era un suo sogno ed era impossibile che l’altro ragazzo ci fosse, no?
Era il suo sogno, solo suo, e non era possibile che il vero Sam vi entrasse. Quello era solo una fottuta proiezione probabilmente e stando a vedere dal sangue che qualche secondo prima aveva solcato il suo volto non era nemmeno tanto buono.
Sospirò e gettò uno sguardo intorno a sé giusto per vedere qualche albero e due o tre sassi, le uniche cosa visibili in tutta quella notte.
Beh, luna a parte che aveva ancora quella strana forma ghignante, come se lo stesse prendendo in giro con i suoi denti acuminati incisi nei crateri.
Ma adesso la sua concentrazione si spostò ancora su Sam, sul ragazzo di fronte a lui, e digrignò appena i denti.]

Adesso basta scherzare, chiaro? Chi sei tu, sei il vero Sam oppure una cazzo di ombra, mh?
Ti consiglio di dire la verità se non vuoi morire.

[Disse con voce cupa, cercando di assumere un tono minaccioso nonostante l’atmosfera intorno che gli metteva i brividi e lo faceva sudare freddo ad ogni minimo rumorino.
E appena incitò l’altro a dargli una risposta una volata di vento irruppe nella landa scura, scompigliandogli i capelli e avvolgendo lui e Sam per qualche secondo.
Le orecchie si tapparono dal forte fischiare e dalle ennesime urla straziate che venivano cullate dal vento.
Una sinfonia di pianti e suppliche che nel giro di qualche secondo tacque, lasciando spazio ad un silenzio spettrale.
Pian piano l’atmosfera intorno a lui sembrò quasi cambiare di fronte ai suoi occhi.
Inspirò piano un po’ d’aria fresca, finendo con il rabbrividire a causa del gelo che sembrava essere sceso su quel posto.
Che cazzo succedeva adesso, eh?
Abbassò di scatto gli occhi e osservò delle piccole lastre di ghiaccio che si formavano vicino ai suoi piedi e alla brina che pian piano vedeva salire sopra le sue gambe.
Scosse forte le gambe e si portò le braccia al petto, sfregandole per darsi calore mentre dalla sua bocca uscivano delle nuvolette di vapore condensato. ]

‘fanculo! Se è un mio sogno perché non riesco a controllarlo?
E’ colpa tua, cazzo, sicuramente è colpa tua. Non dovresti essere qui, non sei Sam!

[Esclamò arrabbiato e intimorito dal freddo che aumentava sempre di più.
Scosse la testa e fece un passo avanti, scoccando un’occhiata accusatoria all’altro ragazzo e sollevando una mano stretta a pugno, pronto alla difesa o all’attacco. ]





Sam Keith



[Non se ne stupì minimamente se ora il ragazzo gli andava contro, accusandolo di essere un “fake”, ma Sam sentiva il proprio sangue scorrere nelle vene, il cuore battere e i polmoni pompare aria.
Per un istante il dubbio si impadronì di lui insomma, era sicuro di essere “Sam”, ma non sapeva cosa diavolo era successo.
Scosse impercettibilmente il capo sperando che l'altro non se ne fosse accorto, l'ultima cosa che voleva era che Shade avesse altri dubbi su di lui, bastava già quel posto e quel mostro.
Ecco, quel mostro! Era sicuramente colpa sua, che lui stesse facendo qualcosa per metterli l'uno contro l'altro?
Ora non ascoltò le accuse che Shade gli rivolse, badò solamente alla folata di vento che trasportò con sé ennesime urla, pianti e quant'altro.
Quella risata, quegli occhi...
Ora il mostro che tanto stava sconvolgendo i loro sogni apparve alle spalle di Shade, senza che questi se ne accorse; allungò una mano passando attraverso al testa di Shade e gli occhi di Sam si sbarrarono, preoccupato che potesse fare seriamente qualcosa.]

Shade io...

[Iniziò a parlare, pronto a mettere l'amico sugli attenti ma non ebbe nemmeno tempo di proferire altre parole perché il mostro dai grandi occhi gialli e profondi passò direttamente attraverso Shade, urlando.
Sam arretrò di un passo quando il mostro si fermò proprio davanti a lui, ad un palmo dal suo volto, con gli occhi talmente gialli grandi e profondi che Sam si sentiva quasi perso in essi, perso in una landa di disperazione; era ricoperto di sangue, da testa a piedi, sangue probabilmente appartenente a Shade?
Il mostro aveva preso a canticchiare un qualcosa molto simile ad un “ihihihih” ogni volta che inclinava il capo di lato o puntava lo sguardo su di lui.
Sam era...terrorizzato, decisamente.
Scosse con veemenza il capo e puntò gli occhi azzurri in quelli verdi di Shade.]

Andiamo Shade sono sempre io, Sam!
Andiamocene da qui io...se rimaniamo ancora succederà qualcosa di irreparabile.

[Disse sollevando appena la voce.
Sentiva il mostro alle sue spalle, la sua dannatissima risata nell'orecchio.
Non sapeva se Shade anche ora lo vedeva o no, ma voleva andarsene, subito.
Dovevano cercare un modo per svegliarsi.]






Shade Lief



[Vedeva quel “falso Sam” davanti a lui e lo sentiva parlare, ma alla fin fine non gliene importava un bel niente.
Quello non era il Sam della realtà e quindi a lui non importava proprio nulla, nemmeno un briciolo del suo interesse sarebbe andato ad un fottuto falso.
Era solo un ammasso di oscurità, lo vedeva da tutto quello che lo circondava, e sicuramente era lui l’antagonista del suo sogno, colui che stava gelando tutto e aveva portato alla morte tutte le persone che di tanto in tanto sentiva urlare.
Quindi Shade lo fissò male ancora una volta, sulla difensiva, mentre ascoltava le sue parole e scuoteva appena la testa.
Andare via con lui, eh?
Ma certo, e già che c’era gli avrebbe dato anche un coltello e si sarebbe messo a braccia aperte, pronto per essere ucciso.
No, tutte le ombre intorno a quel ragazzo parlavano più che chiaramente, era un nemico e nulla di più.]

Non sono un’idiota, so che vuoi portarmi da qualche parte per ammazzarmi.
Quindi vattene prima che … Prima che mi decida ad estirparti dal mio sogno, cazzo!

[Strinse forte le mani a pugno e indietreggiò di qualche passo, sentendo lo scricchiolio del ghiaccio sotto alla sua suola e al suo peso.
Vedeva delle piccole crepe aumentare di misura ma non se ne preoccupò più di tanto; se anche questa volta il terreno gli fosse crollato sotto i piedi non si sarebbe fatto ritrovare impreparato, no.
Socchiuse per un attimo gli occhi verdi e si concentrò sulla sua trasformazione, e nell’arco di pochi secondi sopra le sue spalle crebbero delle piccole ali demoniache, mentre la maglia si strappava in alcune parti e la pelle si lacerava lievemente.
In più se quello era davvero un sogno, il /suo/ sogno, allora aveva lui il potere di decidere quel che poteva succedere o meno e se quello li, quel Sam fittizio, avrebbe fatto anche solo una mossa falsa allora lo avrebbe finito con le sue stesse mani.
E dire che non sapeva ancora se lo faceva più arrabbiare il fatto di non sapere dove si trovava oppure che qualcosa stava usando Sam come “maschera”, come corpo falso con cui muoversi.
Per caso il suo dannato incubo pensava che non avrebbe avuto il coraggio di far male a qualcuno con la faccia dell’altro?
Beh, nulla di più sbagliato: proprio perché era Sam lo avrebbe preso a calci ancora più forte! ]





Sam Keith



[Sbatteva le palpebre sempre più confuso di quanto lo fosse stato fino a quel momento, perché quando l'altro aveva innalzato tali accuse nei suoi confronti si era quasi sentito...ferito?
Sì boh, se la prendeva per niente ma certe parole erano in grado di lasciarlo interdetto.
Shade pensava veramente che lui non fosse...lui?
Sì ok, erano pensieri molto “chiari” ma ehi, era già tanto se riusciva a mettere due parole in croce in quel posto.
Scosse un po' il capo.]

Ma che...?

[Perché avrebbe dovuto accoltellarlo?
Sinceramente non ne sentiva il bisogno eh, però quando vedeva comparire quelle cazzo di alucce sulla schiena di Shade sapeva che nulla andava per il verso giusto.
Sembrava che stava già per dire “addio” alla sanità del suo corpo, perché sapeva che ogni volta che Shade si trasmormava finiva male. Sempre, sempre male.
Sospirò e scosse il capo,chiudendo per un secondo gli occhi mentre si forzava di fare luce ai propri pensieri.]

Insomma Shade...calmo, ok?
Perché dovrei accoltellarti?
Non ne vedo il motivo e non c'è bisogno che ti metti sulla difensiva, trasformandoti, non faccio nulla. Sono io....Sam, avanti.

[Allargò le braccia e gli sorrise, un sorriso appena accennato, mentre sperava di riuscirlo a convincere.
Era quasi sicuro che quelle parole, parzialmente futili, non sarebbero servite a niente.]






Shade Lief



[Per un secondo abbassò la guardia, mentre fissava intensamente l'altro ragazzo e lo ascoltava parlare.
Per quel millesimo di secondo quasi sentì il cuore ritornare a battere normalmente, più tranquillo e sereno. Il cielo era sembrato quasi più chiaro e anche le voci avevano smesso di uggiare e lamentarsi vicino al suo orecchio.
Forse era davvero … ]

Sam?

[Eppure appena pronunciò il nome dell'altro ragazzo per l'ennesima volta il vento tornò a soffiare impetuoso tanto da avvolgerlo e strappargli il fiato dai polmoni.
E in mezzo alla foschia del vento che imperseverava Shade puntò ancora lo sguardo verso l'altro ragazzo, mentre tentava di rimane in piedi allargando le braccia e tentando di mantenersi in equilibrio.
Stava sorridendo, quel Sam, dello stesso sorriso che aveva prima quando gli aveva detto di stare tranquillo e che lui era il vero Sam e che tutto sarebbe andato bene.
Eppure quel lieve sorriso si stava allungando lungo tutta la parte inferiore del volto, squarciando le guance e allungandosi fino alle orecchie.
Il sangue colava a terra e ricopriva la faccia di Sam, mentre lo vedeva ancora ghignare.
Dalla bocca squarciata si sentivano delle risa quasi infernali e ogni secondo aumentavano di intensità fino a che Shade dovette premersi le mani sopra alle orecchie dal rumore.
E quello doveva essere il vero Sam, eh?
No, decisamente no!
Scosse forte la testa e sbatté forte le ali, volando verso l'alto e uscendo dal vortice d'aria che lo circondava.
Salì in alto nel cielo nero e poi ripiombò giù di colpo, frenando a pochi centietri dal falso Sam e sferrandogli un pugno in pieno volto, così da cancellargli dalla faccia quel dannato ghigno.]

Ti consiglio di dirmi la verità, stronzo.





Sam Keith




[Il pugno gli arrivò dritto in volto mentre un espressione quasi basita gli si presentava in volto, lasciandolo decisamente interdetto su tutta quella faccenda, perché ora lo Shade che aveva davanti a sé era bravo, era solito il solito ragazzo di sempre e questo Sam ormai l'aveva capito, ecco perché quando sentì lo zigomo dolorante si trattenne dal ringhiare.
Sarebbero finiti nuovamente a sguazzare nel sangue?
A tirarsi dietro parole per poi stare male?
Ovviamente e poi tutto si sarebbe risolto, avrebbero ripreso la loro quotidianità e poi sarebbe successo ancora. Questo ciclo si sarebbe protatto per il resto della loro esistenza?
La mano andò a toccare lo zigomo che quasi pulsava per il pugno.
No, Sam non voleva questo e prima o poi si sarebbe stancato di questa fastidiosissima routine.]

Oh, adesso passiamo a gli insulti gratuiti, eh?

[Commentò con tono acido e in lampo, i suoi occhi, divennero neri ma solo per una frazione di secondo, tempo in cui cercò di calmarsi con tutte le sue forze per non rischiare di andare di matto proprio in quel momento, perché se ci sarebbe messo anche lui non sapeva, seriamente, dove sarebbero arrivati e Sam non voleva ciò per loro due, ma sembrava che non riuscivano a farne a meno, eh?
Abbassò per un secondo lo sguardo respirando a pieni polmoni.
Si sarebbe calmato, costi quel che costi non avrebbe voluto finire come sempre a fare a pugni con Shade, però ora quell'ombra che tanto lo stava facendo andare fuori di testa si era frapposto tra lui e Shade e gli sorrideva, sorrideva in un modo così inquietante.
Non parlava, l'ombra nera da gli occhi gialli, e quell'ingannabile sorriso, rimaneva davanti a lui a sorridere lasciandosi andare solamente a quel “Ihihihih” sommesso che gli usciva dalle labbra incurvate in quel sadico sorriso.
Scosse con forza il capo e l'ombra sparì, o meglio sparì dentro al corpo di Shade, perché ora i suoi occhi divennero gialli per poi tornare del “classico” colore verde che aveva quando era trasformato.]

Ti ho già detto che sono io, Sam.

[Ribadì forse per la millesima volta mentre sentiva quasi le tempie pulsare.
Sam non era per niente paziente in certe situazioni e, quella, era decisamente una di esse perché sentiva le vene pulsare a tal punto che avrebbero rischiato di scoppiare da un momento all'altro.
Ne era sicuro.]





Shade Lief



[Oramai aveva deciso di ignorare le parole di quel falso, di quello che oramai per lui non era altro che una copia mal riuscita.
Una parte della sua testa gli parlava soffusamente e calda, quasi calma e confortante, e gli diceva che forse doveva davvero guardare il ragazzo di fronte a lui meglio, con più attenzione, prima di iniziare a combattere davvero.
Poi c'era l'altra parte del suo cervello che invece lo metteva in guardia, con voce rabbiosa e fulminea, che gli diceva che non c'era bisogno di altre prove, che quell'essere era malvagio e non era altro che un frutto delle sue paure uscite dal suo inconscio.
A quale delle due doveva dare retta?
La mano destra con cui aveva tirato un pugno al falso Sam pulsava appena e si strinse più forte a pugno, tanto che le nocche sbiancarono e si tesero come non mai.
Che cosa voleva farci, poi?
Era un demone, un essere puro nella parte oscura del mondo, era fatto per combattere volente o nolente.
C'era sempre una parte di sé pronta a combattere e a farsi valere, a mettere mano alle armi e ad attaccare Sam sotto ogni punto di vista.
Era come un istinto che non voleva estinguersi, come un comportamente spontaneo quasi quanto il respirare.
Non era giusto, lo sapeva, ma tutto avveniva sempre allo stesso modo: provava ad andare d'accordo con qualcuno ma il suo carattere prendeva il sopravvento e quella voglia di predominare, di dire la propria portava la situazione al degenero.
Solitamente lui e Sam cobattevano nella vita reale, spesso e forse un po' meno volentieri, ma la cosa sorprendente era che i giorni seguenti tutto tornava come se nulla fosse successo.
Anche quel sogno sarebbe stato lo stesso? Sarebbe stato un combattimento come un'altro che non serviva ad altro che a liberarsi di una strana rabbia sconosciuta?
Tutta quella situazione, quelle urla e quei pianti in lontanza, non faceva altro che far aumentare il produre delle sue mani.
La testa girava tra tutte quelle urla e il rumore del vento possente, mentre le parole di Sam rimbombavano in quel buio come se si trovassero in un pozzo e tutto era … Era come una pazzia.
Pazzia, pazzia, pazzia.
Un sogno pazzo da cui doveva uscire, cazzo. ]

Tu non sei Sam, sei solo un sogno, mi spiace.
Se fossimo nella vita reale non saremmo in questo posto e tu … Tu non avresti quel sorriso, non avresti quell'odore di sangue che ti impregna completamente.
Se fossimo nella vita reale io non potrei fare nulla del genere.

[E lo sapeva, ne aveva avuto la certezza appena aveva pronunciato quelle parole: sapeva che in quel posto avrebbe potuto usare tutta la sua immaginazione, avrebbe potuto creare quello che voleva a suo piacimento.
Era lui il padrone del sogno e per quanto quello gli sfuggisse di controllo non aveva importanza, poteva ancora fare qualcosa.
Irrigidì appena le spalle e sollevò una mano, mentre dal terreno delle mani fatte d'ombra si alzarono e circondarono l'intero corpo di Sam.
Gli girarono intorno per qualche secondo finché non scattarono all'uninsono e afferraro il corpo dell'altro ragazzo, tenendolo fermo e trascinandolo seduto a terra.
Shade inclinò il capo di lato e scosse piano la testa, avvicinandosi lentamente al corpo dell'altro imprigionato a terra.]

Adesso mi dirai come uscire da qui, te lo ordino.





Sam Keith




[Non riuscì a vedere le mani che spuntarono da terra per il semplice motivo che i suoi occhi erano impegnati ad osservare Shade, proprio davanti a lui, mentre lo accusava di qualcosa che non sapeva nemmeno lui se credere o meno, qualcosa che in quel momento gli stava facendo urlare tuttti i suoi pensieri, tutti uniti in un unico urlo quasi disperato: “Reagisci.”
Sam non fece nemmeno in tempo a scuotere il capo con assoluta decisione che le mani fatte d'ombra, come quelle di poco prima, presero a girare attorno al suo corpo e lui non poté altro che seguire i loro movimenti, muovendo la testa a destra e sinistra mentre le sue labbra si schiusero per parlare.]

Shade, dannazione.

[Esclamò preso dalla rassegnazione e dall'eusarimento nervoso che probabilmente avrebbe avuto da un momento all'altro, poco ma sicuro.
Prese un profondo respiro, voleva calmarsi. Doveva calmarsi, per il semplice motivo che tutto ciò era irragionevole, tutto ciò non aveva né capo e né coda, non aveva il diritto di esistere quel posto come l' “astio” che alle volte sembrava esserci tra loro due.
Tralasciando il fatto che era il suo ragazzo, che Sam lo amava, erano migliori amici, no?
Volente o nolente l'uno c'era sempre stato per l'altro, no?
Quando avevano un problema lo risolvevano e poi? Poi prendeva a scherzare, a fare i minchioni come loro solito, quindi perché dovevano sentirsi così?
Si morse l'interno della guancia e prese un profondo respiro sebbene le braccia ora si erano strette attorno al suo corpo, trascinandolo inesorabilmente a terra.
Sam non puzzava di sangue, ne era assolutamente certo, come era certo del fatto che non aveva quel maledetto sorriso che aveva la bestia che si stava prendendo gioco di loro.
Sbatté velocemente le palpebre socchiudendo lo sguardo.
Quindi era colpa di quel mostro?
Era lui che stava cercando di creare quel stramaledetto spettacolo?
I suoi occhi presero a guardarsi attorno fin quando, al fianco di Shade, non comparve il mostro da gli occhi gialli e quel maledettissimo sorriso che scopriva i canini imbrattati di sangue.]

Shade, Shade ascoltami!

[Disse muovendo appena le braccia.
Si trovava seduto a terra, le gambe piegate e il viso alzato verso Shade che sembrava sul punto di fare sul serio, dato che da quel che aveva capito quella era “casa sua”, poteva fare quello che voleva.
Se avesse detto a Shade del mostro?
Sarebbe stato lì, buono, a sentirlo?
C'era solo un modo per saperlo, doveva parlare.
Prese un ennesimo respiro profondo e annuì a sé stesso.]

Sono io, seriamente, sono Sam!
Quel...quel “coso”, il mostro da gli occhi gialli, lo vedi anche tu, no?
E' lui che ci sta facendo questo, devi credermi!
Io non so come uscire da questo posto perché io sono Sam, il “vero” Sam!

[Esclamò quelle parole sollevando un po' la voce, come per dar maggior enfasi alle proprie parole.]





Shade Lief



Un mostro dagli occhi gialli, eh?

[Domandò con ironia pungente nella voce, mentre il vento che fischiava forte e il suono dei sospiro lo circondava completamente.
Più che una domanda all’altro ragazzo incatenato a terra erano delle parole dette tra sé e sé, come se stesse pensando ad alta voce, mentre perfino il volto si sollevava verso il cielo nero e infinito.
Oh sì che l’aveva vista, certo, ed era proprio davanti a lui.
Aveva visto gli occhi gialli rilucere in quelli del falso Sam e aveva visto la sua oscurità ricoprirgli il corpo, quindi era ben sicuro che un mostro c’era davvero.
Peccato che era convinto al cento per cento che avesse preso le sembianze dell’altro ragazzo e che, quindi, stesse solamente cercando di ingannarlo, di fargli perdere la ragione.
E lui odiava non avere il controllo di quello che gli girava attorno.
Scosse violentemente la testa e riposò lo sguardo sul ragazzo intrappolato ai suoi piedi, allora sorrise appena e si chinò sulle ginocchia.
Avvicinò il volto a quello del ragazzo e scosse piano la testa, sibilandogli contro un imprecazione.]

Smettila di parlare, non ti lascerò la possibilità di confondermi.

[E in effetti la voce che sentiva uscire dalla bocca dell’altro non era altro che un miscuglio tra la voce roca di Sam e un gorgoglio indistinti di voci rauche e strascicate; gli sembrava quasi ad intermittenza, come se ci fosse qualcosa che non gli facesse ascoltare bene le sue parole.
Quindi no, Shade non voleva sentire un’altra sola parola uscire dalla bocca di quell’essere che si fingeva Sam, non voleva nemmeno più vederlo.
In un moto di ira, di nervoso e di rabbia per la sua incapacità di svicolare da quella situazione tirò un pugno sopra lo zigomo dell’altro ragazzo, digrignando i denti.
Come qualche minuto prima dal terreno uscì del fumo nero che pian piano si condensò sopra al palmo aperto della mano di Shade. Qualche attimo dopo, secondi in effetti, tra le sue dita si materializzò come desiderato un ago e del filo nero già legato.]

Adesso … Adesso ti farò tacere io!

[Con la mano sinistra afferrò saldamente il mento di Sam, ruotandolo di qualche centimetro verso sinistra, e avvicinò l’altra mano munita di ago e filo vicino alla bocca.
Non sapeva come mai lo stesse facendo, sinceramente nemmeno lo voleva, ma sentiva una parte di sé che si muoveva quasi inconsapevolmente, sospinta dalle voci addolorate e piangenti in sottofondo.
Sospirò piano, mentre una nuvoletta di vapore gli uscì dalla bocca e un lieve sorriso gli si formò sopra le labbra.
Un altro respiro profondo e poi la mano destra si mosse sicura, seguita da quella sinistra che stringeva più forte la presa fino a far aprire la bocca a Sam.
L’ago freddo bucò la pelle di Sam proprio sotto al labbro e con velocità lo fece passare anche dal lato superiore, infilzando la pelle nuovamente.
Continuò così finché tutta la bocca non si ritrovò stretta tra la morsa del filo, mentre il sangue colava lento dai buchi che gli aveva inferto.
E se solo avesse osato parlare, adesso, sicuramente tutta la pelle della bocca si sarebbe lacerata, così come quella tutt’intorno.
Ghignò a quella vista, mentre in un gesto ancora più incontrollato di quello di prima si portò la mano destra alle labbra e lecco il sangue che vi era colato sopra.]





Sam Keith




[Il pugno allo zigomo gli aveva fatto chiudere gli occhi.
Le sue parole, dall'altro canto, lo avevano fatto disperare ancor più di prima perché sapeva quanto Shade fosse insistente sulle cose che diceva o pensava, ma sapeva ancor di più cosa succedeva quando si arrabbiava, non era una cosa decisamente bella da vedere tanto meno da provare sulla propria pelle.
La mano di Shade arrivò ad afferrargli il mento, stringendo la presa su di esso mentre Sam, pian piano, scivolava sempre di più nella confusione.

-E ora che vuole fare?-

Pensò fissandolò in malo modo.
Che stesse tornando in sé?
Non ne era molto convinto ma...c'erano ugualmente buone, secondo lui, possibilità che si sarebbero potuti svegliare così da un momento all'altro.
La smentita arrivò quasi subito, quando sulla mano libera del ragazzo dal ciuffo rosso si materializzò un ago e filo nero, tutto già pronto.
Sbatté appena le palpebre ancor più confuso: e ora? Si sarebbero messi a cucire?
Serrò le labbra perché, ovviamente, i suoi pensieri non avevano ne capo e ne coda, ma quando l'ago si avvicinò al suo labbro inferiore sbarrò gli occhi prendendo a divincolarsi in quelle braccia di fumo che si ostinavano a tenerlo imprigionato.
Non aprì le labbra sia per la presa del giovane che per il timore che potesse attaccare all'improvviso, per questo si limitò a guardarlo male.

-Se lo fai...se lo fai giuro che me la pagherai cara.-

Pensò sapendo bene che l'altro giustamente non avrebbe potuto sentirlo, ma le sue minacce continuarono continuamente nella propria mente, fermandosi solamente quando l'ago bucò il suo labbro inferiore.
Quanti piercing aveva fatto?
Un po' al dire il vero, non aveva avuto mai paura degli aghi o altro...ma...sentire all'improvviso l'ago freddo passarti nelle labbra, insieme al filo, per poi muoversi e cucire tutta la bocca era...doloroso, estremamente doloroso tanto che un velo di lacrime, per il dolore, riempirono i suoi occhi ma che non caddero sulle sue guance.
Quando Shade ebbe finito il “lavoro”, Sam sbatté per un paio di volte le palpebre cercando di “schiarirsi” le idee, o per mettere bene a fuoco le immagini davanti a sé.
Provò a schiudere le lacrime ma...fu l'errore più grande della sua vita; sentì la pelle lacerarsi ancora un po' in un scricchiolio quasi fastidioso, sentiva come se stesse strappando dei fogli. Quel dolore non fece altro che aumentare la sua voglia di urlare ma si dovette trattenere dal tacere.
Ora le sue gote erano arrossate per via del dolore, della rabbia e della incredibile voglia di urlare.
Questa volta lo avrebbe ammazzato, se lo sentiva, non appena sarebbe riuscito a liberarsi gli avrebbe fatto male, m tanto eh!
Lo fissò malamente socchiudendo lo sguardo.

-Sfogati ora, perché dopo ti ammazzerò.- ]





Shade Lief



[Sospirò quasi con liberazione, mentre un lieve rivolo di sangue che la sua lingua non era riuscita a catturare gli scivolò lungo il mento, ruzzolando poi a terra.
Gli occhi verdi incandescenti si puntarono contro la figura di Sam – di quel dannato falso Sam – e sorrise appena, mentre le palpebre si abbassavano un po’ e iniziava a sentire tutti rumori attorno a sé ovattati.
C’era una specie di nube, una foschia indiscreta, che pian piano gli inondava la mente, lo stordiva e lo intorpidiva talmente tanto che sentiva l’intero corpo vibrare e sollevarsi quasi da terra, da quanto lo sentiva leggero.
Era il sangue di quel falso che aveva appena assaporato? Oppure era il semplice fatto che finalmente lo aveva messo a tacere?
Non lo sapeva ma pian piano il rombo che batteva ritmicamente in lontananza si era allontanato e anche le urla, finché non rimase altro che quella distesa di nulla intono a loro due.
Sospirò piano, mentre uno strano calore gli invadeva l’intero corpo.
Avvicinò il volto ancora di più a quello addolorato dell’altro e passò un dito lungo la sua guancia, raccogliendo una lacrima.
Sorrise apertamente, mentre gli occhi si chiusero definitivamente e i contorni sfocati di poco prima rimasero solo un ricordo.
Appoggiò l’intero palmo della mano sopra la guancia umida dell’altro ragazzo e l’accarezzò quasi, con derisione, mentre la bocca si appoggiava al mento e si socchiudeva dove c’era più sangue.
Assaporò nuovamente quel liquido cremisi, salendo con la lingua sopra la guancia.
Allora rise un po’, lasciando uscire un sospiro dalle labbra macchiate di sangue. ]

Adesso devo andare via da qui, sai? E tu rimarrai qui per sempre, alla mercé di tutto lo schifo che vive da queste parti. Magari scomparirai, oppure ogni singola parte del tuo corpo si lacererà fino a scomparire, non lo so ma …

[ Riaprì giusto di qualche millimetro gli occhi, osservando di striscio il volto di Sam.
Appoggiò la bocca nuovamente sopra la guancia, avvicinandola alla bocca dell’altro ragazzo. Lentamente fece passare la lingua sopra le labbra di Sam, sfiorando e intrecciandosi poco dopo con i fili neri che chiudevano le labbra dell’altro ragazzo. ]

Ma sinceramente non importa, perché tu non sei altro che un’illusione.

[Finì di parlare e si staccò dal volto del falso Sam, rimanendo comunque per qualche secondo con la faccia vicino alla sua.
Lo osservò attentamente negli occhi, ma oramai li vedeva gialli e pungenti come quelli del mostro di poco prima.
Si issò sulle gambe e si mise in piedi, passandosi una mano sopra la bocca sporca di sangue e pulendosela.
Si guardò intorno con difficoltà, visto che quello stato di intorpidimento ancora gli girava nel petto, e puntò lo sguardo un po’ ovunque.
E adesso? Lui non ne sapeva nulla di quel posto … ]





Sam Keith



[Rimase fermo per tutto il tempo, anche quando l'altro ragazzo si prese visibilmente gioco di lui accarezzandogli una guancia e altro e per la prima volta, dentro di sé, ribolliva dalla voglia di fargli male, ma di un male che si sarebbe portato dietro per giorni, o magari anche settimane, chissà.
Si mosse ancora un po' quando l'altro si scostò e osservò le braccia che ancora non accennavano a lasciarlo andare e...dannazione, dannazione! Se solo sarebbe riuscito a liberarsi gli avrebbe fatto un culo tanto quanto na casa, poco ma sicuro.
Fece forza sulle braccia ma nulla, le mani di ombra continuavano a tenerlo immobile, a terra.
Sospirò pesantemente e fu costretto ad appurare che qualsiasi azione che aveva a che fare con la bocca era dolorosa, decisamente.
Ok, se voleva liberarsi doveva, sfortunatamente, stare al gioco di Shade, no?
D'altronde era stato lui a dirgli che sapeva come farlo uscire quindi...
Sam guardò fisso Shade come se stesse cercando di chiamarlo con la sola forza dello sguardo, doveva fargli credere di potergli dire l'uscita, voleva respirare senza sentire un gran dolore e poi...oh oh oh, poi sarebbero stati cazzi amari, decisamente.
Scosse appena il capo sospirando piano, troppo piano fissandolo.

-Oh avanti.-

Pensò nella propria mentre resistendo dalla voglia di digrignare i denti per la rabbia e il dolore, Shade doveva guardarlo, doveva cadere in quel stramaledettissimo "tranello" e poi magari, dopo averlo pestato a dovere, sarebbero riusciti a chiarirsi?
Perché nonostante Sam fosse convinto di non essere quel mostro in quel luogo tutto poteva essere un illusione, magari era veramente quel mostro da gli occhi gialli che passava continuamente attraverso Shade o si fermava al suo fianco, magari gli stavano facendo credere di essere una persona mentre era...
No, no e ancora no.
Scosse forte il capo e tornò a puntare lo sguardo su Shade, socchiudendo gli occhi azzurri su di lui.
Doveva farsi liberare in qualche modo, almeno la bocca.

-Oh avanti, cazzo, guardami.- ]






Shade Lief


[Ok, in effetti non aveva affatto pensato a come andarsene da li.
Da quando si era risvegliato in quel posto erano successe talmente tante cose che, ‘fanculo, nemmeno sapeva più dov’era.
All’inizio era in quello strano posto pieno di dolci, poi in un bosco, ancora più dopo era caduto in una specie di voragine ed era finito lì.
Ma anche quel “ lì” dove si trovava adesso aveva ben poco dell’aspetto iniziale.
Ora era buio come la pece, tutto oscurato tranne quel cerchio sfumato dove si trovava lui e l’altro ragazzo, per il resto non si vedeva ad un palmo dal naso.
E ancora faceva freddo, sentiva il gelo pungente sulla pelle e sentiva i capelli accapponarsi ogni volta che una nuova folata gli passava affianco.
Quindi non aveva idea di dove fosse e, per quanto sapesse che quello era un suo sogno e che quindi poteva esprimere un semplice desiderio per andarsene, era certo al cento per cento che nessuna scala sarebbe caduto dal soffitto e lo avrebbe condotto in superficie e infine via da quell’incubo.
Forse doveva … Doveva ritornare al punto di partenza, no?
Li c’erano dei cartelli, se li ricordava bene; se solo fosse ritornato anche solo lì …
Scosse la testa e respirò affannosamente, passandosi una mano sopra la fronte e poi sfregandosi con il palmo le palpebre, cercando di mandare via quella dannata patina che gli offuscava ogni cosa. ]

Dannazione, questo silenzio mi farà impazzire!

[Sbottò di punto in bianco, gorgogliando l’ennesimo insulto che gli sfiorava la mente.
Non sapeva cosa fare, dove andare e come riuscirci, quindi pian piano l’ansia aveva iniziato a tamburellare nel suo petto, infida, e un lieve batticuore aveva iniziato a farlo annaspare appena.
Girò su se stesso un paio di volte, cercando di scorgere un’uscita, ma non c’era nulla che si potesse catalogare come “ via di salvezza”.
Infine lo sguardo scivolò sul ragazzo a terra, ancora tenuto fermo da quelle braccia fatte d’ombra, e come una lampadina si accese nella sua testa.
Ma certo, ma certo!
Quel mostro, quel falso Sam, gli aveva detto di conoscere l’uscita, di andare via con lui.
Si morse il labbro inferiore e lo squadrò attentamente, inclinando il capo di lato per guardarlo negli occhi gialli e azzurri.
Probabilmente quando gli aveva detto quelle cose, di andare con lui, era solo una scusa per trarlo in inganno e portarlo magari da qualche parte per ucciderlo, ma … Ma alla fine che altre possibilità aveva?
Non sapeva comunque dove mettere un solo piede e stare a sentire quello che aveva da dire non sarebbe stato un problema; al massimo lo avrebbe ricucito ancora una volta, oramai la sua mente non lo vedeva più come Sam e non sentiva nemmeno quel minimo di timore e dispiacere iniziale.
Sospirò piano, inspirando poi un po’ d’aria fresca per rischiarsi le idee, e ritornò vicino a Sam.
Si piegò appena, appoggiando una mano sopra la spalla del ragazzo per sostenersi e lo guardò in faccia.]

Tu … Tu sai la strada, non è vero?

[Non aspettò un cenno di assenso o un mugolio che poteva significare “ sì”, semplicemente riprese a parlare con voce un po’ stanca e spossata, mentre la mano sopra la spalla si stringeva appena.]

Mi dirai dove andare e come fare, te lo ordino.
E giuro che se mi dirai qualcosa di sbagliato tornerò qui e ti farò rimpiangere di esseri preso gioco di me.

[Sibilò con rabbia contro l’altro ragazzo, mentre con uno schioccò della lingua contro al palato nella mano destra apparve un coltello, uno di quelli vecchi che si usavano – Shade non se ne intendeva, ma li aveva visti su qualche set – per uccidere nei duelli ai tempi del basso medio evo.
Se lo rigirò tra la mano giusto due volte e poi appoggiò la punta contro la guancia sinistra di Sam, tamburellandolo sopra una volta.
Un colpo secco, preciso; la punta si appoggiò contro al primo filo che teneva cucite le due labbra e lo tagliò di netto verso destra, con forza e senza tentennamenti.
La lama segò tutti i fili neri e non si fermò nemmeno una volta raggiunta la parte destra della guancia di Sam, al contrario continuò a tagliare e finì con l’aprire una parte della viso.
Senza preoccuparsene molto lanciò il coltello ai suoi piedi e poi afferrò Sam per i capelli, fregandosene del sangue che colava a terra e della guancia aperta in due, dove si intravedevano i denti e la carne sanguinolenta.]

Adesso dimmi come uscire di qua.






Sam Keith



[Era allo stremo, la pazienza non stava più dimorando in lui, per non parlare delle gambe che avevano preso a pulsare, mentre la testa girava talmente tanto che dava la sensazione di essere su una giostra.
Prese un piccolissimo respiro, o almeno per quel che riuscì.
Normalmente il freddo non lo sfiorava minimamente, come tutti i vari tempi climatici, ma quel freddo che dimorava in quel luogo...ah dannazione, sentiva la pelle accaponarsi dal freddo tanto quando stava tremando ma al costo di non mettersi a battere i denti, e così muovere le labbra unite, aveva preso a mordersi l'interno guancia talmente forte da sentire altro sapore metallico in bocca che gli fece socchiudere gli occhi.
Osservò l'altro ragazzo sentendo il sangue viscoso e denso scivolargli sotto la lingua provocandogli così una strana sensazione di nausea.

-Muoviti, coglione.-

Pensò mentre fremeva dalla voglia di liberarsi, o almeno la bocca.
Osservò il ragazzo avvicinarsi e poggiare una mano sulla sua spalla e sentì le sue parole, ovviamente non poté commentare, ma non mosse nemmeno il capo in un movimento che voleva significare una risposta positiva o altro, rimase completamente fermo.
Con la coda dell'occhio, dato che era impegnato a osservare Shade fisso in volto, vide un coltello abbastanza vecchio, probabilmente appartenente al passato, comparire nella sua mano e senza che potesse fare nulla la lama tagliò il filo che univa le sue labbra, sigillandole, ma non si fermò. No.
Gli occhi di Sam si sbarrarono talmente tanto che per un secondo parvero perfino uscire dalle orbite, tanto quanto aveva sbarrato gli occhi.
La lama non si era fermata anzi, aveva continuato a tagliare anche buona parte della sua guancia sentendo la pelle lacerarsi, afflosciarsi manco stesse per cadere.
Sam sbattè le palpebre sentendo il sangue colargli sulla spalla, ma non fece nient'altro, o almeno per il momento.
Il sangue si era raggruppato nella sua bocca, era una sensazione fastidiosa.
I suoi occhi, molto lentamente, si andarono a puntare in quelli di Shade.
Dirgli dove si trovava l'uscita?
Molto volentieri.
Gli sorrise, tenendo le labbra ancora unite, e poi sputò il sangue che teneva in bocca.
Abbassò subito dopo il capo e chiuse gli occhi.
Un aurea blu lo circondò e le solite venette comparvero sul suo volto.]

...Non mi hai creduto.

[Mormorò vedendo ancora delle gocce di sangue colare a terra, sul terreno sotto di loro.
Le braccia di ombra che lo tenevano divennero quasi di marmo, seccandosi attorno a lui.
Gli occhi di Sam rimasero socchiusi seppur completamente neri proprio come li aveva nella sua trasformazione, all'appello mancava solamente l'ala nera.
Mosse le braccia e quelle che lo tenevano fermo andarono in frantumi, cadendo a terra.
Fu veloce, fulmineo, i suoi artigli si andarono a conficcare la mano mano nello stomaco del ragazzo, ma non si fermò...l'affondo ancor di più.
Rimase in ginocchio con una mano a sorreggersi a terra e l'altra nel suo stomaco, mentre lentamente si alzava fissandolo in malo modo.]

Ora ti mostro l'uscita dal mondo dei "viventi", vuoi vedere?

[Domandò digrignando i denti con il sangue che colava dalla guancia e dalle labbra che avevano ancora i fili tagliati, ma almeno ora poteva respirare.]






Shade Lief



[Da quando finì di parlare a Sam e la sua bocca si chiuse tutto successe in pochi secondi.
Senza nemmeno rendersene conto in pochi attimi veloci, sfocati e indistinti, il ragazzo a terra era riuscito a spezzare le braccia d’ombra che lo tenevano ancorato al terreno e si era liberato.
Sgranò appena gli occhi, Shade, appena lo sentì parlare e per un secondo un barlume di lucidità spazzo via l’immagine del demone dalla faccia di Sam, ma non fece in tempo nemmeno ad aprire bocca o a balzare indietro che la mano dell’altro lo aveva afferrato saldamente.
Aveva scalciato appena, mentre il corpo sembrava quasi sollevarsi da terra, ma non era servito a niente perché la mano dell’altro gli si era conficcata nello stomaco velocemente.
Allora gli occhi verdi si sgranarono ancora più di prima, mentre con uno spasimo e un colpo di tosse la bocca gli si riempì di sangue e gli occhi si socchiusero appena.
Respirò affannosamente, sentendo ad ogni ampio respiro gelido il braccio di Sam che cozzava con le pareti del suo corpo.
Quasi incredulo abbassò lo sguardo, facendo scivolare gli occhi verso la mano che gli attraversava lo stomaco mentre la testa si scuoteva appena.
‘fanculo, quello era il suo incubo, non poteva perdere, non poteva!
Rimase fermo per qualche secondo senza fare niente, ma pian piano un lieve accenno di paura lo rianimò quel che bastava da fargli sollevare entrambe le mani con irrunza.
Afferrò il braccio di Sam più saldamente che poteva, ma in quel momento sicuramente la sua forza non era al culmine, e cercò di strattonarlo lontano da lui nonostante il tremore delle mani.
Non importava se sentiva la sua carne quasi gemere di dolore – probabilmente quel posto causava strane allucinazioni per davvero!- oppure l’intero corpo formicolare, non si sarebbe di certo arreso contro un mostriciattolo qualunque.
Sputò a terra il sangue, il suo sangue dannazione!, e fissò l’altro ragazzo con astio.]

Ah, n-nemmeno battute decenti sai fare!

[Lo schernì con voce ironica, scoccandogli perfino un’occhiata quasi di pena anche se, fino a prova contraria, adesso era lui quello messo male.
Perché ora quella strana copia si era trasformata, proprio come il vero Sam e sembrava decisamente arrabbiata.
E che diamine, lui voleva solamente andarsene da li, svegliarsi e fare colazione con quell’altro idiota, non chiedeva tanto! ]





Sam Keith



[Non badò minimamente alle parole che gli rivolse il ragazzo, in quel momento sentiva solamente il suo sangue colargli dalla ferita passando per il suo braccio e, infine, gocciolare a terra.
Si leccò di sfuggita le labbra insanguinate e un po' tremolanti, mentre la guancia grondava ancora di sangue mentre i suoi occhi si erano posizionati in quelli di Shade.
Mosse un po' la mano nel suo stomaco, come se stesse studiando il suo corpo dall'interno in una maniera, poi, piuttosto dolorosa.]

Battuta?
La mia non era per niente una battuta, sai?
Sei stato troppo su questo mondo, no?
Non vuoi tornartene a casa?

[Domandò ringhiando appena.
Nonostante non pensasse quelle parole era arrabbiato, e non poco, arrabbiato come non si era mai sentito in quel periodo, come non si era mai sentito con lui.
Accostò la bocca al suo orecchio e glielo morse con forza, manco avesse intenzione di strapparglielo da un momento all'altro.
La strana sensazione di nausea non l'aveva abbandonato, tutto...tutto quel sangue gli aveva fatto venir fame, una fame incredibile.
Lentamente tolse il braccio dal suo stomaco e sollevò il ginocchio per colpirlo proprio sulla ferita, facendogli in seguito uno sgambetto per farlo cadere a terra, bloccandolo infine al suolo con il piede al collo, facendo pressione.]

Mi hai fatto male e in più non mi hai creduto anzi, con molta probabilità pensi ancora che sono quel dannatissimo demone, che tutto questo è un sogno e che tra poco potrai svegliarti e far finta di niente ma...

[Il piede al suo collo fece ancora più pressione, soffocandolo come se avesse seriamente intenzione di ammazzarlo da un momento all'altro e poi, sinceramente parlando, non sarebbe stato male.]

Questo mondo nhon fa ne per me e ne per te, che ne dici di andarcene insieme?
Sicuramente potremmo andare in un posto migliore di questo, no?

[Ma senza lasciargli tempo di parlare, o di fare qualsiasi cosa, colpì le sue spalle con entrambi i pugni ma, essi, andarono più a fondo di semplici pugni sentendo le ossa delle spalle cedere sotto alla propria pressione, riuscendo perfino a sentire il suo sotto la sua mano.
Inclinò il capo di lato e prese a mordergli il collo e, manco fosse un vampiro, dilaniò la sua pelle per nutrirsi del suo sangue caldo e denso.]






Shade Lief



[Strizzò forte gli occhi non appena le spalle collassarono contro il terreno, mentre un gemito gli uscì incontrollato dalla bocca.
Detestava farsi sentire debole, come sempre preferiva maciullarsi l’interno guancia pur di non far uscire un solo grido di dolore dalla sua bocca, ma in quel caso non riuscì a trattenersi.
Anche sforzandosi non riusciva a non boccheggiare in cerca d’aria e a non sibilare dal dolore appena riusciva a immettere un po’ d’aria nei polmoni.
Perché appena lo faceva l’intero corpo si muoveva e il buco che Sam gli aveva procurato nel petto bruciava come non mai e faceva sgorgare ancora più sangue del dovuto.
Cercò di rimanere immobile, mentre le braccia a terra stanziavano direttamente nel suo sangue e, diamine, la sensazione non era delle migliore.
Eppure ancora non si arrendeva, preferiva ascoltare le parole dell’altro e ghignare in risposta, con un’alzata debole delle labbra e uno sguardo irrisorio anche se quasi completamente chiuso dal dolore.]

Naaa, n-non c’è nessuno che mi aspetta dall’altra parte.
Sarebbe … Noioso.

[Sibilò con voce rauca, mentre l’ennesimo colpo di tosse lo scosse violentemente.
Oh andiamo, quello era solo un sogno, non poteva seriamente provare tutto quel male.
Il sangue che colava, le spalle incavate al terreno, la pancia completamente dilaniata e il respiro che faticava ad uscire; no, quelle cose erano irreali per quanto le sentisse tutte, dalla prima all’ultima.
Sollevò con tutta la forza che gli rimaneva una mano e l’appoggiò contro il piede di Sam, spingendolo via dalla sua gola.
Puntellò un gomito a terra e rotolò piano di lato, finendo con l’appoggiare la fronte contro al terreno nero e gelato.
Inspirò piano un paio di volte, mentre una mano si appoggiava tremante contro la pancia. ]

‘f-fanculo, portami fuori di qui e basta.

[Disse digrignando poi i denti e stringendo a pungo la mano che si appoggiava a terra.
Le ali sulla schiena vibrarono un po’ e riuscì a sollevarsi di qualche centimetro dal terreno, mettendosi seduto a terra.
Osservò l’altro ragazzo dal basso verso l’alto e deglutì con fatica, scuotendo la testa.]

Se davvero … Se davvero fossi Sam non mi uccideresti, no?
Sei solo un mostriciattolo che – cought- vive qua e basta.




Sam Keith



[Il sorriso quasi provocatorio che gli fiorì sulle labbra non era decisamente da Sam, anzi...tanto per incominciare in quel momento non si sentiva minimamente Sam, perché lui non avrebbe fatto seriamente del male a Shade, però ora la rabbia era tanta che non riusciva quasi a controllarsi.]

Ah, no?

[Gli occhi si socchiusero sulla figura del ragazzo che era sgusciato via dalla sua presa, spostandogli il piedi, e ora se ne stava seduto a terra con le sue cazzo di alucce libere.
Si guardò attorno e poi fece un passo verso di lui mentre gli artigli si allungarono un po' e gli occhi neri si tinsero maggiormente.]

Perché non lo farebbe?
Ne sei così sicuro?

[Lo domandò con un filo di voce, perché no...non era sicuro nemmeno lui anzi, se tutto quello non sarebbe stato un sogno si sarebbe pentito e anche tanto.
La guancia squarciata stava sanguinando, come del resto anche le labbra che gli aveva perforato con gli aghi.]

Te l'ho già detto prima, non so come si esce da qui.




Shade Lief



[Scosse la testa e soffocò un gemito strozzato, mentre la mano tremolante scivolava sopra al proprio petto e tastava insicura l’enorme squarcio.
Rabbrividì appena quando sentì i polpastrelli toccare la carne lacerata e il grosso buco che lo perforava da una parte all’altra.
Come … Come faceva ad essere ancora vivo? Era impossibile, doveva essere a terra morto dopo un colpo del genere e invece sentiva solo un male tremendo ad ogni parte del corpo, nulla di più.
Le urla disperate in quello sprazzo nero non si erano ancora azzittite, continuavano con i loro lamenti in lontananza e di tanto in tanto si spezzavano con dei tonfi.
Lasciò scivolare la mano a terra e sputò un po’ di sangue nel buio, sollevando lo sguardo socchiuso sopra la figura di Sam. ]

A-Ah, tanto tu … Non sei Sam, bastardo.

[Gorgogliò a terra con un colpo di tosse.
Allungò una mano all’indietro e cercò di sostenersi a terra e di non cadere indietro; già stava da schifo, non voleva anche scivolare in quel posto dove chissà cosa lo aspettava.
Quel sogno doveva finire in qualche modo, anche se l’idea di svegliarsi con un buco nel petto non era delle migliori.
Ma magari … Magari era solamente quello, un sogno senza significato a cui quel cazzo di mostro davanti a sé doveva porre fino.
Gli scoccò un’occhiata fugace.]

Portami fuori da qui, so che sai la strada. Se non lo farai … Ti squarcio anche … Ah, l’altra guancia, fottuto stronzo.





Sam Keith



[Dalle sue labbra uscì un ringhio sommesso e del tutto fuori controllo alla sua pazienza.
In quel momento Sam si sentiva decisamente diviso in due parti, sentiva la parte che amava il ragazzo a terra riverso, a momenti, in una pozza di sangue imprecare contro se stesso per quel che stava facendo e l'altra che godeva del male che gli stava infliggendo, godeva del fatto che la ferita di Shade perdeva continuamente sangue e ciò non gli procurava nulla, o almeno a quella parte di sé che odiava profondamente Shade, tanto quanto lo amava.]

Non voglio dirtelo più.

[Esordì alla fine.
Il suo piede si sollevò fino a cozzare con la suola al suo petto e rispedendolo a terra, a strisciare dove in quel momento considerava che fosse il suo posto. Si sentiva leggermente fuori di testa, ma solo leggermente.
La sua guancia, ovviamente quella non ferita, si sollevò in un mezzo ghignetto (dato che non ci teneva a spaventarsi da solo) mentre il piede andò a premere sul buco nello stomaco, prendendolo a calci per qualche secondo lasciando che l'euforia di quel momento prendesse il completo sopravvento su di lui.
Prese un profondo respiro, come se stesse cercando di calmarsi ad ogni costo.]

Non so come si esce da questo posto, non so tu cosa stia pensando e non so perché pensi che sia io il “cattivo” quando i tuoi occhi brillano di una luce strana.

[E ovviamente non sapeva che quella luce che vedeva negli occhi di Shade, quell'espressione divertita e ostinatamente provocatoria, non era sua ma bensì appartenente al demone che si stava burlando di loro due. In quel momento nessuno di loro sapeva a cosa credere ma specialmente si affidavano alle loro strane idee contorte, lasciando perdere per un secondo la loro ragione e il cervello, evitando così di riflettere.]




Shade Lief



[Per quanto cercasse di non urlare e di non dare soddisfazione a quel mostro dalle sembianze umane non riuscì a bloccare la sua bocca.
Non riuscì a mordersi le labbra piuttosto che gridare e non riuscì a non farsi scendere una lacrima dagli occhi.
Cazzo, quello sì che faceva male!
Tra un gemito e l’altro sollevò la mano, appoggiandola sopra al piede dell’altro e cercando di spingerlo via.
Le dita tremolarono un po’ e il male che sentiva al petto riuscì ad offuscare perfino le urla delle altre persone; al momento sentiva solamente l’intero corpo pulsare e le orecchie fischiare.
Strizzò gli occhi e sputò di lato un po’ di sangue, anche se un rivolo gli colò ugualmente sopra il mento.
Scosse la testa e inspirò profondamente, ignorando il bruciore sopra la carne lacerata e ai polmoni, anche loro non del tutto intatti.
Era inutile chiedersi come facesse ancora a respirare dato il buco in mezzo al petto, tanto quel posto non sembrava avere alcun minimo senso. ]

A no? Tu … Tu non sai come uscire? E allora perché sei qui, come ci sei arrivato?
E’ un mio sogno e non sognerei mai un Sam come te!

[Sputò fuori con rabbia, anche se gli occhi faticavano a rimanere perfino socchiusi.
Aveva una gran voglia di chiuderli, ma se ci si addormentava in un sogno che cosa poteva succedere?
Si sarebbe mai risvegliato oppure sarebbe rimasto intrappolato per sempre in quello strano posto con quella presenza inquietante dagli occhi scintillanti?
Si morse il labbro inferiore e fece più forza con la mano, spostando così il piede dell’altro e rotolando poco dopo a terra.
Rimase con la fronte appoggiata al terreno ghiacciato e poi sospirò, dolente. ]

Davvero, tu non sei Sam. Sparisci o portami fuori da qui.

[Shade era l'esempio della persistenza, alla fine.
Credeva che quel ragazzo sopra di lui non fosse Sam e così era per lui.
Gli diceva che non sapeva qual'era l'uscita? No, per lui lo sapeva e basta.
Persistente, lo era fin troppo in certe situazioni in cui rischiava addirittura la vita.]




Sam Keith



[Sentiva le mani tremolanti di Shade sopra al suo piede nell'intento di spingerlo via, sentiva l'odore del suo sangue e lo gustava manco fosse il suo nettare prelibato, l'essenza che amava di più al mondo.
Sollevò il piede, aiutando così la spinta di Shade, e lo lasciò rotolare via da sé, vedendolo posizionarsi su un fianco con una guancia a terra.
I suoi occhi si socchiusero sulla sua figura, divertito come non mai.
Con fare distratto sollevò una mano per sfiorarsi la guancia sfregiata e ringhiò, sentendo qualche rivolo di sangue colare e macchiargli la mano.
Si era divertito con lui, no?
Sebbene continuasse a ripetere che non centrava nulla lui continuava a incolparlo, continuava ad accusarlo e a divertirsi con il suo corpo e questa cosa faceva decisamente incazzare Sam dato che prese a camminare a passo lento verso di lui, raggiungendolo.
Tutto ciò che al momento sentiva, oltre alle urla di sottofondo che davano quel tocco di classe al tutto, era il rumore delle suole delle sue scarpe a terra e i respiri affannosi del ragazzo.
Perché andarsene (come se poi conoscesse l'uscita, tra l'altro) e lasciare che tutto si sistemasse?
No, sarebbe stato troppo banale e poi, d'altronde, doveva vendicarsi di lui come si doveva, no?
Inclinò il capo di lato osservandolo a terra, sembrava seriamente messo male dato che dalla sua ferita non smetteva di uscire sangue, tanto di quel sangue che Sam sarebbe stato apposto per giorni, settimane, intere senza dover ricorrere alle mani.
Sferrò un calcio nel suo stomaco, sporgendosi in avanti per osservarlo.
Era Sam solamente per un motivo, e da questo lo si poteva capire, non aveva colpito la faccia. Aveva colpito il suo stomaco ma non la faccia, ciò non lo aveva fatto.]

Troppo facile, eh?

[Chiese sferrando un ennesimo colpo, anch'esso colpì la zona ferita e grondante di sangue.
Con un leggero colpo lo girò con il piede, facendolo stendere a pancia in su in modo da schiacciarlo, ripetutamente, sullo stomaco.
I suoi piedi colpivano il suo stomaco e lui era felice dannazione, si sentiva quasi in pace con se stesso dato che riusciva a farsi valere e a portare avanti le sue convinzioni, o più probabilmente era contento perché dopo tutti quei secoli riusciva ancora ad essere la persona che un tempo amava.
Continuava a schiacciare il suo stomaco mentre lo guardava, ora l'espressione era impassibile del tutto neutra mentre i suoi occhi neri si posavano in quelli del ragazzo.]

Implora pietà.

 
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Shade;
view post Posted on 6/1/2013, 20:19




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Shade Lief



[Implorare pietà.
Già solo il suono di quelle due parole era sgradevole e sembrava quasi graffiarli il timpano quando il loro suono arrivò alle sue orecchie.
Distese le labbra in un piccolo ghigno, nonostante il dolore lancinante al petto glielo fece scomparire qualche secondo dopo.
Allungò tremolante la mano destra e se la portò sopra alla pancia, sfiorando con le dita il buco ancora aperto e grondante di sangue.
Aveva voglia di tapparselo, anche solo ficcandoci dentro la propria mano; tutto, fuorché rimanere con quell’orribile sensazione di vuoto dentro di sé.
Ci mancava poco che riuscisse a sentire il vento ululare dentro al suo corpo, fischiando nel buco quasi perfetto che lo oltrepassava da parte a parte.
E ovviamente faceva male, tanto da far mancare il respiro e far scivolare le lacrime incondizionatamente, ma non avrebbe mai pregato.
Sarebbe morto piuttosto, perché mai dalla sua bocca erano uscite parole del genere.
“Ti prego, ti scongiuro” e tutte le altre cazzate del genere non erano per lui, non riusciva nemmeno a pronunciarle a causa del suo orgoglio.
Quindi socchiuse gli occhi, oramai appesantiti e quasi chiusi, e li puntò verso l’altro, sopra la figura imponente e furiosa di Sam.
Scosse appena la testa, o per lo meno pensò di averlo fatto, ma non riusciva ad avere il pieno controllo del suo corpo a causa di tutte quelle ferite. ]

Fottiti.

[Non disse nient’altro, mentre dalle sue labbra con un colpo di tosse ruzzolò fuori un grumo di sangue.
Tossì violentemente, arricciando il naso e gemendo dal dolore, mentre sentiva gli organi dentro al corpo contrarsi per lo sforzo.
‘fanculo, stava iniziando a detestare seriamente quell’incubo.
Che qualcuno si muovesse a svegliarlo, dannazione! Voleva aprire gli occhi in camera sua e andare da Sam, magari dargli un pugno e poi sospirare, scuotendo la testa, e trascinarlo in cucina per preparare qualcosa di caldo da bere.
Al diavolo, non sapeva ancora come mai voleva stare con Sam – ancora si chiedeva come mai gli era venuta quella brillante idea di chiedergli di stare con lui!-, ma non avrebbe lasciato a quel mostro la possibilità di usufruire della sua immagine.]


 
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Sam Keith;
view post Posted on 6/1/2013, 21:21





Sam Keith



[Dalle sue labbra in parte carnose uscirono vari ringhi sommessi e completamente infuriati.
Nonostante fossero in un sogno proprio non riusciva a colpire nuovamente quel corpo con le fattezze di Shade, era una cosa che gli sembrava sinceramente impossibile eppure il suo piede si mosse ancora colpendo il suo stomaco e uno più forte gli sembrò quasi di inserire il piede nel suo foro, disgustandosi perfino di quella scena inusuale.
Perché teneva così tanto all'orgoglio quel finto Shade?
Ok, Sam non faceva da meno però...dannazione, era una cosa fastidiosissima, ora si rendeva conto di come passava davanti alle altre persone, così odioso e antipatico.
Tastò il suo stomaco con il piede e poi lo fece con più forza, sentendo il rumore lieve del sangue che gocciolava a terra, eccitandosi quasi nel sentire il suo profumo.
Sollevò una mano e una nube nera prese a circondare il corpo del giovane demone, consolidandosi qualche secondo dopo per diventare una specie di impasto appiccicoso e solido che legò le mani e le gambe di Shade e con un ennesimo gesto della sua mano lo sollevarono da terra, alzandolo e sollevandolo per essere alla pari con Sam.
I suoi occhi neri presero a passare in rassegna il suo corpo.]

Ad ogni rifiuto sarà una ferita in più per te.

[Esclamò con tono sicuro.
Con un artiglio andò al suo petto e lo liberò dal tessuto, tagliando la maglietta e liberando in parte il suo corpo.
Osservò la pelle candida e posò l'unghia appena sotto al capezzolo, facendo un taglio abbastanza profondo.]

Ora voglio che mi implori di salvarti la vita.

 
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Shade;
view post Posted on 6/1/2013, 21:36





Shade Lief



[Tremò appena quando sentì quella specie di condensa addosso al suo corpo; non tanto per la paura – tanto nella sua mente rimaneva solo un incubo incredibilmente doloroso-, ma più per la sensazione sgradevole ai polsi.
Non bastava il buco allo stomaco, adesso ci voleva anche una strana nube attorno al suo corpo intenta a sorreggerlo.
Se non altro, mentre i suoi occhi si aprirono nuovamente, riuscì a guardare dritto in faccia quel falso Sam.
Tanto di cappello a quel mostro, però! Adesso che lo vedeva più da vicino ci aveva azzeccato davvero, pareva quasi il vero ragazzo.
Se non fosse stato ancora per quegli occhi gialli che gli vedeva addosso, quelli rovinavano tutta la maschera.
Storse appena il naso e strattonò piano il braccio, con le poche forze che gli rimanevano.
Straordinario come si era stancato, eh! Forse era per tutto il sangue che sentiva colargli addosso e scivolare a terra, sì.
Probabilmente era proprio per quello, pensò.]

Non farò … Nulla del genere, se fossi Sam lo dovresti ben sapere.

[Strizzò appena gli occhi e si dimenò ancora da quella stretta impossibile da rompere, mentre sentiva l’unghia dell’altro penetrargli nella carne nemmeno stesse scavando un buco.
Non ci voleva anche quello, non ci volevano altre torture in generale in effetti!
Sibilò a denti stretti una o due parolacce e poi sollevò la faccia, ghignando un po’.
Si schiarì la voce e poi aprì la bocca, quel tanto che bastava per sputare sopra la guance dell’altro un po’ di sangue e saliva.]

La mia risposta è questa.


 
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Sam Keith;
view post Posted on 27/1/2013, 14:20





Sam Keith



[Non appena gli sputò in faccia, quel sangue misto alla sua saliva, spostò il capo di lato come se si fosse spostato per il "colpo".
Con estrema lentezza, come se stesse cercando di convincersi che non l'aveva fatto davvero, si pulì la guancia con il dorso della mano e con la stessa lo colpì al volto, con uno schiaffo.
Poteva prendersi gioco di lui quanto voleva, in effetti, avrebbe potuto benissimo continuare a farlo arrabbiare in quel modo ma alla fine sarebbe riuscito a scoprire cosa diavolo fosse successo.
Che ci fosse lo zampino di quel mostro che si stava arrampicando sulla schiena di Shade?
Probabilmente sì, però come mai l'altro non riusciva a capire che era seriamente lui?
Ringhiò con voce bassa e abbastanza inviperito dal suo comportamento, per questo sollevò le mani in aria come se stesse cercando di calmarlo, cosa probabilmente veritiera in parte.]

Non...possiamo provare a ragionare?
Sono io: Sam!

[Sì, la sua parte "cattiva" (come se non lo fosse tutto, poi) che voleva ragionare, non sembrava una cosa del tutto strana e fuori dal comune?
I suoi occhi pian piano tornarono del solito azzurro, abbandonando quel nero come la pece come del resto mutò anche la "forma" del suo viso, o per meglio dire com'era formato, dato che le venette sparirono dal suo volto lasciando il posto al solito pallore.
Puntò gli occhi su Shade nonostante la sua guancia e la sua bocca facessero assai male.]

 
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4 replies since 6/1/2013, 00:24   34 views
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